Martedi 5 Ottobre

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. INCONTRO CON IL GEOGRAFO MASSIMO ROSSI – ore 18.00 .

. DOLOMITI GIORNI VERTICALI E GIORNI DELLA GRANDE PIETRA di STEFANO ARDITO – ore 21.00 .


 

TOPOGRAFI MILITARI SULLE ALPI VENETE NEL XIX SECOLO

Incontro con il geografo Massimo Rossi – in collaborazione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche

AUDITORIUM di Belluno – Ore 18.00

 


 

DOLOMITI GIORNI VERTICALI

e GIORNI DELLA GRANDE PIETRA

PRESENTAZIONE DEI LIBRI di STEFANO ARDITO

AUDITORIUM di Belluno – Ore 21.00

 

   

In collaborazione con la casa editrice VERSANTE SUD


CURRICULUM VITAE di STEFANO ARDITO

Stefano Ardito, nato a Roma nel 1954, è escursionista e alpinista, giornalista e fotografo, scrittore e regista di documentari.
Si occupa di natura, montagna, trekking e viaggi per Specchio, Alp, Meridiani, Qui Touring, Plein Air, la Rivista della Montagna e Viaggi&Sapori. Ha scritto un’ottantina
di libri e guide dedicati alle montagne italiane e del mondo.
Come regista ha curato una trentina di documentari per il programma di Rai Tre Geo&Geo (che ha presentato dal 1991 al 1993).
E’ stato tra i fondatori dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness e tra gli ideatori del Sentiero Italia.


I LIBRI…

Dolomiti giorni verticali

ra l’avventura del 1857 di John Ball sul Pelmo e quella di Hansjörg Auer in free solo sul Pesce un secolo e mezzo più tardi, questo libro racconta decine di altre grandi giornate in montagna, nel mondo verticale dei Monti Pallidi.
I protagonisti sono molto diversi tra loro come provenienza, ceto e cultura, ma dagli anni del terzo a quelli del nono e del decimo grado, la motivazione è rimasta sempre la stessa. “Because it’s there”, “perché è lì”, come ha spiegato con straordinaria efficacia George Leigh Mallory prima di partire per l’Everest dove avrebbe perso la vita. Che si tratti di un Ottomila vergine, di una linea ancora da aprire in parete, di un tiro di corda o di un singolo passaggio ancora da liberare la sfida è rimasta sempre la stessa.

Giorni della grande pietra

Una delle montagne più belle e più amate d’Italia si alza molto più a sud delle Alpi, nel cuore dell’Appennino e dell’Abruzzo. Magnifiche pareti calcaree, canaloni innevati, cascate di ghiaccio fanno del Gran Sasso, d’estate e d’inverno, uno straordinario terreno di gioco per gli alpinisti. Questo libro, scritto da uno dei migliori conoscitori del massiccio, racconta le speranze, le avventure, le vittorie, le tragedie vissute da generazioni di alpinisti sulle pareti del Corno Grande, del Corno Piccolo, del Pizzo d’Intermèsoli, del Monte Camicia e delle altre vette della “Grande Pietra”. Una storia che inizia nel 1573, quando Francesco de Marchi sale per la prima volta al “Corno Monte”, e raggiunge gli exploit su roccia e ghiaccio compiuti dai migliori alpinisti romani, abruzzesi e marchigiani di oggi. Una storia nella quale ai “padroni di casa” – gli Aquilotti degli anni Trenta, i Sucaini romani del dopoguerra, e poi Gigi Mario, Pierluigi Bini, Giampiero Di Federico, Paolo Caruso e Tiziano Cantalamessa – si sono spesso affiancati uomini arrivati da lontano, come Douglas Freshfield, Giusto Gervasutti e Fosco Maraini.


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